PERCHE' OASI NON SIA SOLTANTO UN MIRAGGIO
di Dario Giannoccaro e Leandro Monterisi
OASI è un’organizzazione di laici volontari che da ormai quasi due anni è impegnata nella cooperazione internazionale volta a favorire lo sviluppo dei popoli poveri del mondo.
Enormi, tuttavia, sono le difficoltà che noi poveri “audaci”, che abbiamo costituito tale organizzazione, siamo costretti quotidianamente ad affrontare per portare avanti questo non facile impegno. Ci rendiamo conto che, forse, abbiamo dato sino ad oggi un’immagine di OASI come di una realtà capace di sopravvivere autonomamente, prescindendo dall’aiuto economico di tutti coloro – compresi i lettori di Missionari Nostri- che sono certamente sensibili agli immensi problemi del Continente Nero e in generale dei popoli del Sud del Mondo,
Questa falsa impressione è probabilmente, conseguenza del fatto che, nel nostro inserto OASI è stata sino ad oggi presentata come una realtà super organizzata, efficiente ed efficace e poco ci siamo soffermati sui sacrifici personali che si celano dietro questa realtà. Sicuramente il fatto di avere una visione “positiva” della vita che ci porta a dire, di fronte ad una bottiglia riempita a metà che la bottiglia è mezza piena, anziché mezza vuota, ci ha impedito finora di porre l’accento sulle difficoltà che quasi quotidianamente siamo costretti ad affrontare.
In questo inserto per la prima volta, intendiamo dirvi cosa c’è dall’altro lato della medaglia. Noi soci di OASI non siamo, purtroppo tanto numerosi da poter senza difficoltà affrontare i problemi amministrativi connessi all’attività associativa, i problemi economici derivanti dalle continue trasferte per partecipare agli incontri delle Ongs a livello nazionale, i sacrifici personali necessari per coltivare i rapporti con il nostro coordinamento (CPSI) e per elaborare i progetti di sviluppo nel Sud del mondo (tecnicamente non facili considerando i rigorosi schemi dell’unione europea), i costi non solo economici necessari sia per organizzare i corsi di formazione, gli incontri e i dibattiti sul territorio locale, sia per inviare i nostri volontari in terra di missione, con tutte le problematiche a ciò connesse. Ebbene, sino ad oggi, a mandare avanti tutto ciò non sono altro che sei o sette persone – l’organo operativo di OASI – che, sacrificando le proprie esigenge personali e familiari si son fatte carico degli impegni assunti da OASI nei confronti delle popolazioni povere del mondo e, soprattutto, del Mozambico e dell’Albania, sopportando a proprie spese i relativi costi. Purtroppo questa è una situazione difficile da mantenere per il futuro, che potrebbe anche compromettere la sopravvivenza stessa di OASI, impedendole di rispondere adeguatamente ai bisogni di quelle popolazioni che stanno facendo affidamento su di lei, se non ci sarà un concreto sostegno economico da parte di tutti coloro che hanno a cuore la sorte di questi nostri fratelli.
La speranza di tutti noi, quindi, è che OASI continui ad essere per costoro una realtà su cui confidare e non si riveli alla fine soltanto un miraggio; e ciò solo grazie alla generosità di tutti coloro che vorranno sostenere il nostro impegno.