MESSAGGIO DELLE FRATERNITÀ OFS DI QUELIMANE
Quelimane, 27 Marzo 2014
Carissimi,
Commemoriamo i XXV anni della morte dei Frati Camillo Campanella, Francesco Bortolotti e Oreste Sartori.
Prima di tutto esprimiamo solidarietà con la famiglia dei Frati Minori Cappuccini.
“Se il chicco di grano non muore, non darà molto frutto!””Non c’è prova d’amore più grande, se non quella di dare la vita per i propri amici”
Queste due frasi del Vangelo vogliono trasmetterci il valore della nostra esistenza nella vita e nella società come testimoni di amore e di pace. La prima vuole dirci che solo morendo si vive eternamente; la seconda ci insegna a trasformare il dolore in opere concrete del nostro quotidiano, solo così riusciamo a capire il perché della morte senza colpa di questi tre frati.
Ricordando la Pasqua del 1989 a Inhassunge attraverso il racconto fatto da Fra Giocondo Pagliara nel suo libro Bazooka e sangua a Inhassunge, pubblicato tre anni dopo, si notano dei passi che meritano una profonda analisi.
La morte dei tre Frati ci fa capire la presenza della Santissima Trinità, in cui il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo costituiscono uno solo che opera in tutti. Sono tre chicchi di grano lanciati nella terra mozambicana: il risultato è stato l’Accordo Generale di Pace a Roma del 4 ottobre giorno della festa di S. Francesco di Assisi, operatore di Pace.
Le ferite nel corpo di fra Oreste. Fra Giocondo dice nel suo libro: “Alle 8,30 del 27 marzo, l’ufficiale della RENAMO, signor Rogeiro mi disse: “Padre, di fronte alla casa c’è uno dei suoi colleghi ferito, va’ a vedere” Fra Giocondo preoccupato andò e lo trovò bagnato di sangue, con tre ferite, una nel piede, l’altra nel torace e un’altra nel lato destro. Ecco, le ferite di quest’uomo ci ricordano le piaghe di Gesù crocifisso.
La sepoltura a Bigangira. La storia ancora ci racconta che fra Giocondo e fra Oreste furono portati via dai guerriglieri della RENAMO nella zona di Bigangira sempre in Inhassunge, dove fra Oreste morì. Fra Giocondo chiese all’ufficiale che si facesse il funerale, fu accettato e si fece. Ricordiamo che quando Gesù morì apparvero persone di buon cuore e chiesero che il suo corpo fosse sepolto.
Traslazione dei resti mortali. 24 ore dopo questa sepoltura, alcuni cristiani della nostra diocesi non vollero che il corpo del nostro missionario fosse abbandonato, andarono al sepolcro, presero il corpo, volendo deporlo accanto a quello dei suoi fratelli che riposano nel cimitero di Coalane. Certamente alcune persone si recarono al sepolcro per vedere se il corpo di fra Oreste fosse ancora lì e non lo trovarono. E’ stata questa la Resurrezione. Crediamo, fratelli, che a partire da questo momento le armi cominciarono a perdere la loro funzione: dopo 13 anni di un’inutile guerra civile. Fu necessaria la morte di questi tre frati per evitare che migliaia di mozambicani continuassero a morire.
Quaranta giorni di prigionia. I quaranta giorni di prigionia di fra Giocondo presso i guerriglieri della Renamo ci danno un sentimento di fiducia e perseveranza, solo con questi valori possiamo tranquillamente vivere la nostra vita cristiana con fede e amore.
Vogliamo ringraziare dal profondo del cuore tutti quelli che hanno collaborato direttamente o indirettamente a conservare la memoria dei Martiri di Inhassunge nelle opere di bene.