ACCENDIMI
dal ritiro di OASI nelle campagne di Turi
La pace del cuore va custodita. Essere un uomo di pace significa pregare incessantemente e vivere raccolti in Gesù, per essere sempre pronto. Vivere raccolto in Gesù, ma qui, non in un altro pianeta, qui con fermezza, con vitalità, con delle idee, pronto a farsi fare a pezzi, ma per affermare Gesù. In un’epoca come questa, che è una delle più complicate della storia, essere raccolti in Gesù è un segno di grande pace. Essere pronti ad andare là dove Lui vuole.
In qualsiasi momento ognuno di noi può diventare un uomo di pace, deporre la veste del lupo, per rivestirsi della luce di gloria che viene da Gesù. Eppure questo momento lo rimandiamo sempre. Abbiamo una vita che sovente non viviamo; abbiamo una vita che potrebbe dare gioia a noi e serenità agli altri e invece la scambiamo con una vita triste perché ci mettiamo al centro di tutto. Eppure sono convinto con la semplicità di un bimbo che quello che non è avvenuto finora può avvenire improvvisamente; quello che non è avvenuto è perché non l’abbiamo voluto veramente. Quel che è stato, ora può essere, se io ci sto veramente. Se ci sto, posso comprendere la giustizia, la rettitudine, e tutte le vie del bene e quante ce ne sono!
C’è un’ingiustizia: ci vado. Se non andiamo dove non c’è amore, l’odio diventa più forte di prima. Se vuoi, manda me, perché io ho dentro Te, che sei l’Amore.
Possiamo ingannare noi stessi, non il Signore. La luce è luce, e con il Signore non si scherza. Per non ingannarci possiamo farci fare a pezzi dagli altri, confrontarci con quelle persone che hanno il coraggio di dirci: “Tu credi di essere nella luce, ma sei al buio”.
Ma se è così Signore, se non ho Te dentro e ti dico: ”Manda me” è perché tu venga. Voglio spendere la mia vita come una candela davanti a Te, Signore, e se non sono acceso, accendimi.
Tratto da “Il lungo cammino verso Dio”
di Ernesto Olivero