Padre Prosperino
La memoria
Di loro alcuni lasciarono un nome, che ancora è ricordato con lode. (Sir 44,8)
Nato a Montescaglioso (Matera) il 7/10/ 1932. Entra nel Noviziato ad Alessano in provincia di Lecce il 12/08/1948, fa la sua prima professione il 25/08/1949 e la professione solenne il 01/011/1953. Frequenta gli studi ginnasiali a Scorrano dal 1949 al 1953 e lo studio di Teologia dal 1953 al 1957 a Bari - Santa Fara. Viene ordinato sacerdote il 2 marzo 1957. Dopo aver frequentato il corso di Sacra eloquenza ad Alessano, nel 1958, il 30 novembre dello stesso anno parte nella missione della Zambesia dove, dal 1959 al 1965 lo troviamo in veste di coadiutore in maniera alternata tra Mopeia e Morrumbala. Il 30/06/1966 è superiore a Morrumbala dove apre, in collaborazione con le Suore del Sacro cuore di Maria, la prima scuola secondaria a ciclo unificato di tutte le missioni del Mozambico. Nel 1971 fu eletto Superiore regolare, incarico che esercitò sino a luglio 1977, promovendo la formazione delle comunità cristiane ministeriali e, nell’ambito del sociale, il movimento cooperativistico. Nel gennaio del 1979 veniva espulso dal governatore della Zambesia, ma nel dicembre dello stesso anno veniva riammesso per ordine del Presidente della Republica, Samora M. Machel. Da allora rimase permanentemente in Maputo sino alla data della sua morte.
Più volte Padre Prosperino ha ricevuto la visita da personalità di elevato spessore culturale ed umano. L’attuale sindaco di Roma Walter Veltroni ebbe per lui parole di gratitudine, stima e incoraggiamento a proseguire in un’opera così benemerita. Un alto riconoscimento venne dal Presidente della Republica C.A. Ciampi che oltre della medaglia d’oro, lo insignì del titolo di Commendatore dell’Ordine della Stella della solidarietà Italiana.
Il periodo della formazione in Provincia
I frati lo ricordano come un grande amico, semplice e rispettoso, affabile e disposto sempre a sacrificarsi per gli altri. Amante dello sport, lo viveva in prima persona specialmente col gioco del calcio, dove si mostrava di una speditezza senza pari. La sua intelligenza camminava di pari passo con la sua sensibilità. Sin da piccolo, il nonno pronosticava in lui un grande imprenditore, considerate le sue capacità organizzative e la sua predisposizione naturale a saper leggere gli eventi.
Incarnazione della Parola e del messaggio cristiano in terra di
missione
Sorretto da una grande fede che non lasciava facilmente intravedere, si rende conto della necessità del Vangelo da presentare in tutta semplicità come autentica esperienza di liberazione. Dotato di occhio attento e di un cuore generoso, sa guardare in profondità le miserie del suo popolo per cui si dedica in primo luogo alla formazione dei ragazzi, nella ferma consapevolezza che l’istruzione è già l’inizio della rinascita.
1975 Festa dell’indipendenza, organizzare la speranza
Si era in un momento molto delicato per la vita e la credibilità stessa della missione. Alla proclamata indipendenza della Repubblica, non corrispondeva l’indipendenza della popolazione che rimaneva, nonostante tutto, schiava dal punto di vista economico. Tanti missionari rimasero delusi dalle promesse della rivoluzione, ma per Padre Prosperino si trattava di organizzare la speranza. Gli sembrò del tutto naturale fare la scelta del popolo, stare dalla sua parte, a cominciare dagli ultimi, organizzando la speranza. di tanta gente che aveva creduto nell’indipendenza, ma non aveva i mezzi sufficienti per crescere nella libertà individuale e comunitaria. (Ancora oggi il 70% della popolazione, circa 11 milioni, vive al di sotto delle soglie della povertà).
Si può vincere la povertà attraverso il lavoro organizzato in cooperative: trovando il massimo della collaborazione solo nel mondo femminile, Padre Prosperino diede vita all’Unione Generale delle Cooperative, così si chiama l’intero cuore pulsante creato nelle “Zone Verdi” di Maputo.
Profeta del popolo e per il popolo
La sua scommessa è risultata vincente. Non si è trattato di un imprenditore, anche se ne aveva tutte le capacità. Ma il suo punto di partenza è solo l’amore e la tenerezza per tanta gente che soffre la fame. La sua è un’arte: aver saputo coniugare insieme il cammino del Vangelo e la solidarietà umana. Oggi l’Unione Generale delle Cooperative è una realtà che parla: 227 Cooperative solo nel territorio di Maputo; 6500 donne impiegate nel lavoro; oltre 30.000 persone possono vivere dignitosamente.
La profezia di Padre Prosperino è veramente incarnata nella storia sua personale e del popolo Mozambicano. Egli ha realizzato il tutto con una fede tenace, con una speranza certa e con una carità che ha varcato i confini di quella nazione.
Oltre alle prove personali, seppe affrontare eventi epocali come la violenta alluvione nel febbraio del 2000 che colpì le regioni meridionali del paese. Il Mozambico si trovò nella condizione di dover incominciare da capo. Una forte mobilitazione internazionale fu la risposta a questa minaccia. In questo momento particolare la regione Basilicata, con governanti e funzionari, Vescovi e sacerdoti sentono di dover iniziare un programma di solidarietà che già tanto ha realizzato in termini di carità e di amore, poggiandosi sulle capacità di Padre Prosperino e di Fra Antonio, entrambi lucani.
Non posso dimenticare la costante solidarietà di tutta intera la nostra Provincia e di tutte le nostre popolazioni sempre sensibili al problema missionario, delle varie organizzazioni e di tantissimi giovani che con Padre Prosperino hanno condiviso esperienza e competenza. A nome di P. Prosperino e di tutti i fratelli che operano in prima linea colgo l’occasione per un ringraziamento al Signore.
Un suo ultimo desiderio
P. Prosperino termina la sua giornata lavorativa così come l’aveva iniziata: l’istruzione dei piccoli; in una lettera datata il 14 febbraio 2004 chiede a tutti, frati ed amici, l’adozione di intere classi. Speriamo di essere in molti a tendergli una mano. È il suo testamento e così vogliamo che rimanga.
Al nostro fratello Prosperino auguriamo di presentarsi davanti al Signore con le Parole sante del Vangelo: “Signore, mi hai dato cinque talenti, ecco, ne ho guadagnati altri cinque”. E non tardi la risposta del Signore: “Ho udito il grido del tuo popolo, la festa e la gioia che avete procurato. Entra nella gioia del tuo Signore!”
Fr. Diego Pedone
Ministro Provinciale
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